venerdì 29 aprile 2011

Micro & Macro

Sono stato accusato di essere incoerente: ho difeso Berlusconi dallo sdegno moralista delle femministe e poi mi sono permesso di parlare di morale, etica, giustizia e responsabilità individuale.
Un chiarimento quindi è d'obbligo.

Il chiarimento passa da una osservazione preliminare: separare i fenomeni su larga scala da quelli che avvengono a piccola scala.
Separare il macro dal micro, insomma.

Partendo dal micro, sono personalmente convinto che l'etica personale sia un valore da difendere.
Ognuno, immagino, avrà il suo set di valori più o meno esteso e rigido, e modificabile nel tempo.
Ci sono che, se fatte o anche solo ideate, trasformano una persona (per quanto intelligente essa sia) in un verme. Quelle cose, insomma, che se facessi mi farebbero sputare allo specchio quando mi faccio la barba.


Semplicemente, non pretendo che la gente si adegui alla mia etica: visto che io sono da solo e là fuori ci stanno 6 miliardi e passa di persone, sarebbe del tutto ridicolo che io lo pretendessi.
E forse non sarebbe neppure giusto: l'etica nasce da una libera scelta, senza la libertà di scegliere cosa fare (anche in male) se ne va il senso dell'etica e la sostituisce con la legge come in una teocrazia: peccato = reato.
Io rifiuto l'equazione di cui sopra proprio perché credo nell'etica individuale.

Come dicevo, però, non pretendo che il mondo segua quel che penso io.
Per me, insomma, il mondo "macro" fatto di rapporti di forza ingiusti e brutali è del tutto separato dal mondo "micro" fatto di etica individuale (che poi questa etica sia rispettata o no, è del tutto irrilevante nel mondo "macro" *).

Stupisce questo? Fino ad un certo punto.
Se guardate al mondo delle scienze esatte, scoprirete che si sanno calcolare abbastanza bene le proprietà atomiche, un po' peggio le proprietà delle piccole molecole (che, diciamo, sono aggregati di atomi) e c'è un grosso vuoto di conoscenze su ciò che sta tra le molecole di medie dimensioni e gli esseri viventi più piccoli, i batteri, che sono indicativamente 100000 volte più grandi di un atomo.
Che vuol dire? Che tra il molto piccolo ed il molto grande non si sa nel dettaglio cosa avviene e cosa cambia.
Certo, è concettualmente confortante sapere che anche i batteri obbediscano alle leggi che regolano il comportamento di atomi e molecole. E' così in effetti.
Ma non sappiamo descrivere un batterio a partire dagli atomi o dalle molecole che lo compongono.
Non per il momento, almeno.

C'è una differenza di scala troppo grande, ergo per descrivere un batterio si ricorre a nuovi paradigmi interpretativi.

La stessa cosa faccio io nel passare dall'etica individuale all'a-moralità della politica: per giudicare la politica uso un paradigmi di valutazione che non sono l'etica individuale.

Proprio per questo, non chiedo che lo stato sia etico, non chiedo che Berlusconi sia moralmente retto, non chiedo niente di tutto questo.
Alla politica chiedo solo di rispondere ai problemi del paese, perché, in una nazione in cui la sovranità appartiene al popolo, la politica esiste solo per rispondere a questi problemi.

Proprio per questo in tema di lavoro, pur riconoscendo che il nostro sistema produttivo sia gestito su larga scala da della gente non meritevole (esempino), non esito a porre il problema di che cosa fanno i singoli per cavarsi fuori dalla situazione di merda in cui ci veniamo a trovare.

Le colpe sistemiche non assolvono dagli errori individuali.
E chi gestisce il sistema non può essere accusato (nel suo ruolo pubblico) in base a colpe individuali.


* Sono intimamente convinto che anche in un mondo fatto esclusivamente di persone eticamente rigide continueremmo a vedere guerre e devastazioni.
Questo perché l'etica ti dice di fare la cosa giusta, ma questa cosa giusta qualunque essa sia farà del male a qualcun'altro. Questo perché siamo esseri distinti: il bene per me e chi mi sta intorno farà dal male ad altre persone.

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