What do I think?

Dal 2008 in poi ho radicalmente cambiato idea su tutto.
A parte le vicende personali che mi hanno reso più pronto al cambiamento, dal punto di vista politico la svolta è stata indotta dall'evidente fallimento del governo Prodi II, atteso per 5 lunghi anni come la manna dal cielo che ci avrebbe liberato di Berlusconi e del berlusconismo.
Una considerazione poi conduce a cascata ad altre ancora. Perché? Perché quando le conclusioni cui un certo modo di pensare conduce si dimostrano errate, allora va cambiato il modo di pensare.


In ambito scientifico viene fatto continuamente: ti viene voglia di studiare il sistema X che, nelle condizioni Y, dovrebbe rispondere in modo Z. Una figata, sulla carta. Poi vai a studiare davvero il sistema X nelle condizioni Y e scopri che si comporta in modo A, contraria,mente a quanto avevi previsto. E quindi? E quindi nella tua previsione c'era qualcosa che non andava, nel tuo modellino che ti eri fatto a tavolino non avevi considerato qualcosa, e metti su un nuovo modello più inclusivo che ti possa spiegare il comportamento A.

Non c'è nulla di male, e nei campi del sapere avanzato viene fatto in continuazione.


Lo stesso approccio però non viene tenuto quando si parla di politica. La politica è affrontata utilizzando la categoria della fede, per l'occasione ribatezzata "ideologia".
Curioso constatare che una di queste ideologie, che pure nell'800 si vantava di essere "scientifica", poi nel tempo abbia prodotto delle vere e proprie chiese (i partiti comunisti) con tanto di catechismo (le scuole di partito). Certo, oggi i "comunisti" in senso stretto non esistono più (a parte Landini, ovviamente), ma il loro retaggio culturale è rimasto anche davanti all'evidente sconfitta del socialismo reale.
C'è, infatti, chi in buona fede è passato dall'essere comunista all'essere socialdemocratico. Ma gli ha detto male, a questa gente, visto che il crollo del comunismo ha anticipato di pochi anni la crisi delle socialdemocrazie.
Il modello di base (comunismo) non funziona. La sua versione riveduta e corretta (socialdemocrazia) neppure, non è sostenibile nel lungo periodo.
Oggi i socialdemocratici abbracciano Keynes. A parte che Keynes non era socialdemocratico, va ricordata sempre qual'era la visione di lungo periodo del noto economista: "nel lungo periodo siamo tutti morti".
Che è una cosa verissima, in sé, ma che rivela quale sia la sua "strategia": spendere denaro pubblico, tanto poi pagherà in futuro qualcun altro.
Magari andava bene negli anni '30 per gli uomini degli anni '30. Il problema è che ora siamo noi under-40 ad essere quegli "altri" che qua in Italia sono chiamati a pagare per gli sperperi di denaro pubblico accumulatisi da Craxi in poi. Siamo noi under-40 ad essere precari a vita per mantenere il posto fisso ai brontosauri che ci hanno preceduto. Da noi under-40 si richiede flessibilità, adattamento e aggiornamento continuo, in misura perfino eccessiva, per compensare gente come questa che è inamovibile.


Intendiamoci, bella la competizione, la flessibilità e l'aggiornamento continuo. Senza di queste, la società rimarrebbe statica, il che, in un mondo che marcia al ritmo della Cina, significa sprofondare in un medioevo.
Il problema è che avere tollerato i brontosauri fino ad oggi ci fa partire per la gara dei 100 metri con 50 metri di distacco alla partenza. Competizione ok, ma in queste condizioni è persa da subito.
Ed è persa grazie alla mano dello stato che ha coltivato amicizie, clientele e consociativismo penalizzando competizione, innovazione e merito. Scaricando sul futuro le colpe del passato.
Tanto "nel lungo periodo siamo tutti morti". Ah-ah. Come dire: "prendi i soldi e scappa".


Ma se fosse solo un problema del passato, la situazione sarebbe grave ma non drammatica.
Il problema è che molta gente è convinta di potere reiterare questo schema all'infinito. Molta gente under-40 osserva i propri genitori, nota che in 5-7 anni di stipendio si sono comprati una casa, nota che hanno una pensione e che hanno fatto studiare i figli, e quindi alla fine pensa: "riportiamo indietro le lancette della storia e ricreiamo le condizioni perché si possa fare anche noi come loro".
C'è un problema di base in questo ragionamento.


Un problema che è interessante ed ha analogie con la Fisica. La Termodinamica ci insegna che in tutti i processi reali c'è qualcosa che cambia anche quando apparentemente il sistema torna nello stato iniziale. Si chiama Entropia. L'Entropia è una grandezza che aumenta sempre in ogni trasformazione reale. Posso far tornare il sistema al suo stato originario, è vero, ma a patto di modificare l'entropia dell'ambiente con cui il sistema è a contatto. Quindi in definitiva l'entropia del "supersistema" ambiente+sistema è in crescita sempre.
Tu credi di essere tornato indietro, ma nel grande schema delle cose il supersistema in realtà si è evoluto.
Lo stesso aviene nel nostro caso: noi crediamo di poter tornare indietro, ma in realtà dal 1992 in poi la situazione politica mondiale si è scongelata. Il mercato oggi abbraccia miliardi di persone, molte di più di quante vi partecipavano durante la guerra fredda. Durante la guerra fredda la competizione sui mercati er aun affare interno di Nordamerica, Giappone ed Europa. Un club ristretto, dove perdere non era poi questo dramma, perché comunque si era produttori e simultaneamente consumatori di ogni cosa. Giocavamo in casa, insomma.
Oggi ci troviamo a fare le trasferte (anche in senso letterale, vedi delocalizzazioni) e scopriamo che possiamo anche perdere malamente. Cosa che stiamo facendo. E' chiaro che non possiamo competere con il costo del lavoro dei paesi emergenti (per quanto gli stipendi dei BRIC siano in rapido aumento), ma si presuppone allora che il nostro lavoro abbia un qualche "valore aggiunto". Se il lavoratore italiano costa di più, insomma, sarà perché "italians do it better", giusto? No, sbagliato. Ed allora perché uno dovrebbe comprare italiano? Ecco, appunto.
Inoltre, in questi anni è aumentata una grandezza anche all'interno del "sistema Italia": si chiama "debito". Io sono il primo a riconoscere che il debito complessivo italiano non sia così drammatico. Se consideriamo che le famiglie italiane sono poco indebitate, e che gran parte del nostro debito è in mano italiane, scopriamo che il nostro debito estero è in linea con quello di paesi "tripla A" come Francia e Germania.
Ma resta il fatto che questo debito esiste, va ripagato e che qualunque politica assistenzialista non può fare altro che aumentarlo, cioè spingerlo nella direzione che ci porta a fondo.




Mentirei, comunque, se dicessi che la mia adesione al liberismo sia unicamente dovuta a considerazioni materialistiche.
Per quanto non mi piaccia ammetterlo, devo dire che c'è una parte ideologica ("fideistica") nel mio mutare opinione politica. A cosa è dovuta?
Be', alla reazione a ciò che vedo. Una reazione a dei comportamenti che non apprezzo. Un altro blogger scrive (link) che "uno può pensare ciò che vuole, ma può vedere solo ciò che vede". Da quel che ho visto ho tratto delle conclusioni che danno un impianto ideologico a tutta la pappardella razionale esposta sopra.
L'impianto ideologico in questione è che la gran parte di chi si lamenta è un parassita. Anzi, un "parassita wannabe", perché c'è rimasto così poco sangue nella macchina pubblica che ormai anche le zecche hanno ben poco da succhiare. Senza entrare in dettagli che mettono a repentaglio la mia privacy, basti dire che la gente più fancazzista che abbia visto è sempre stata in prima fila a protestare contro i tagli del governo sporco & cattivo (non sempre è vero il contrario, invece; cioè non sempre è vero che quelli in prima fila a protestare siano anche sempre i più fancazzisti, per quanto una correlazione ci sia).
Io un sistema fatto per proteggere i parassiti non lo desidero. E qualunque sistema di spesa pubblica premia i parassiti, perché questi ultimi, visto che non fanno il lavoro per cui sono pagati, hanno avuto tutto il tempo per specializzarsi evolutivamente nell'antica arte del "chiagni e fotti". E' una lotta per la sopravvivenza, e tra i parassiti e chi lavora scelgo questi ultimi.

Il concetto si può esprimere anche in altri termini, se volete:
nel motto Liberté, Égalité, Fraternité c'è un intruso.
L'intruso è la fraternità, che nella realtà delle cose diventa assistenza a chi fa di tutto per vivere solo di assistenza.
Del resto è perfettamente logico: se si crea un sistema in cui si può vivere di assistenza, automaticamente tutti i parassiti del mondo faranno in modo di usufruirne. Qua subentra la mia personale ideologia privata: io disprezzo i parassiti.
Non ho nulla contro l'otium, a patto che sia davvero otium.
L'otium romano è diverso dal grattarsi le palle dei parassiti degli anni 2000.
L'otium romano produceva cultura, i parassiti sono ipocriti e producono lamentele e recriminazioni.
L'otium romano era palese, i parassiti oggi con un click riducono a icona facebook appena entra qualcuno e riappare magicamente un foglio di calcolo (chissà perché sempre intonso).
Io questa gente la disprezzo, mi dà il disgusto. Spero sparisca.
E credo che sparirà: a forza di fare i parassiti e succhiare sangue anche l'ospite muore.