mercoledì 22 febbraio 2012

Io! Io! Io!

Mi chiedono perché ce l'abbia tanto con quelli di sinistra.
Semplice: perché fino a 4 anni fa mi consideravo ancora uno di loro.
Di conseguenza, le loro pecche mi danno molto più fastidio che non quelle dei destrorsi, perché tali pecche le riconosco come intimamente mie.

Una di queste pecche, quella che più tende a mandarmi in bestia, è il far coincidere la "giustizia" con un sistema in cui io sono un "vincente".

Faccio un esempio.
Sono un sinistro e mi accorgo che la realtà fa schifo, ad esempio che è stato assunto un analfabeta come bibliotecario comunale. "Dannazione", dico tra me, "è ingiusto, il posto dovrebbe spettare solo a chi si è letto tutto Jean Paul Sartre in lingua originale!". Ma perché chi si è letto tutto Sartre in francese dovrebbe passare prima di chi si è letto, chessò, tutto Camus o tutto Joyce? Semplice, perché il sinistrorso che ha parlato non ha letto né Camus né Joyce bensì solo Sartre: quindi, siccome per lui il mondo deve conformarsi alle sue prodigiose qualità, ogni cosa che lui faccia deve essere automaticamente titolo di merito e dargli diritto a ricoprire prestigiosi incarichi, generalmente di quelli pagati col denaro pubblico.

L'esempio è grottesco, ma serve a dare l'idea: quando uno di sinistra cerca di immaginarsi il "mondo giusto", va sempre a finire che è un mondo in cui possa primeggiare.
Ritrovo questa mentalità ovunque, all'università dove vivo è ubiqua, se poi andate a giro sulla board dei commenti di quotidiani come il Fatto Quotidiano (*) e simili è anche peggio.

Il corollario a questo è che automaticamente tutti gli altri, essendo diversi da sé, sono automaticamente colpevoli di qualcosa. Infatti, se la giustizia mi dovrebbe premiare (perché nel mio cervellino ho tarato l'idea di giustizia su quello che sono e che faccio), automaticamente deve punire tutti coloro che non sono come me.
Quando sentite un sinistrorso dire che il diritto di voto andrebbe limitato (succede spesso, fateci caso), sta facendo esattamente questo: lui vale (perché lo ha deciso lui), tutti coloro che stanno sotto il cutoff deciso da lui non valgono.

I sinistri, insomma, sono pronti a farsi valutare. Ma solo da se stessi, e guardacaso sono autoindulgenti.

Di tutte le cose che credo e spero di non essere, c'è quella di essere autoindulgente.
Non mi ci vorrebbe molto a fare gli stessi piagnistei degli pseudostudenti dei cortei, che chiedono più soldi (pubblici) per scuola, università e fancazzismo. Ho un curriculum studentesco e di ricerca che mi metterebbe all'apice della loro scala di valori (o meglio, di quella che sbandierano a parole ed in cui fingono di credere). Peccato siano tutte cazzate, perché uscire da ogni livello di studio col massimo è perfettamente inutile se non sei in grado di fare qualcosa di utile.
Io lo so, l'ho capito, ed ho smesso di pigliarmi per il culo.
Questi indignados mi pare di no: vogliono vincere facile, hanno scelto una scala di valori che li metterà sempre dalla parte del giusto.

Strano com'è cambiata la sinistra. Una volta i "compagni" facevano autocritica quando la propria linea confliggeva con quella del politburo. Oggi sono tutti cani sciolti (perché "il partito" non esiste più), ciascuno con una scala di valori fatta per masturbare il proprio ego.
Cazzo, quasi (quasi!) li preferivo prima.



* Mi sto divertendo a postarci, tra l'altro. Gli insulti fioccano già dopo 10 post.