Il sindacalista della Fiom Giorgio Cremaschi affermò che "legalità non è una parola di sinistra".
Dietro di lui politici e persone note, come Bertinotti, Casarini, il deputato dei verdi Paolo Cento.
La gran parte dei no global afferma questo.
E contesta la linea del sindaco di Bologna, il diessino Sergio Cofferati, ex segretario della CGIL.
Ieri uno degli ultimi atti: no global che spingono per fare irruzione in comune, e la polizia che carica. Il tutto, per questioni specifiche, ma che riportano sempre a quella frase, che rende chiaro il conflitto in corso: "legalità non è una parola di sinistra". Ma una sinistra che aspiri a governare ed amministrare, come può ignorare la legalità?
I cattolici del centro-sinistra e gli esponenti della sinistra radicale saldati assieme contro Cofferati: gli uni per un pietismo di marca cattolica e silente assistenzialismo ecclesiastico, i secondi per un innato disrispetto della legge, che ritengono assolutamente secondaria rispetto ad altre esigenze.
E' un conflitto interno alla sinistra, al centro-sinistra, che sebbene si stia manifestando per adesso solo a Bologna, è indice di uno strappo più profondo ed importante.
Da persona che si considera "di sinistra", mi sento molto toccato da questi eventi.
Da un lato, stigmatizzo la generale tolleranza verso l'illegalità. Nel momento in cui si accetta l'illegalità, ci vuole non poi tanto a sostenere che i terroristi rossi siano solo "compagni che sbagliano".
Dall'altro, sono oggettivamente perplesso quando Cofferati afferma che "le leggi vanno rispettate, compresa la Bossi-Fini, che pure ha prodotto un vuoto legislativo".
Ed intanto la Bologna profonda, di destra o di sinistra che sia, è con Cofferati.

A voi la parola

http://italy.indymedia.org/news/2005/05/795752.php
http://www.repubblica.it/2005/j/sezi...cofferati.html
http://www.repubblica.it/2005/j/sezi...e/coberse.html