Who am I?

Le biografie sono noiose. Ma fanno capire chi c'hai davanti.
Innanzi tutto è bene preavvisare che la mia vicenda si svolge in una "regione rossa". Per chi non lo sapesse, le "regioni rosse" sono quei luoghi dello spirito dove tutte le pocherie che si fanno da che esiste l'uomo vengono ammantate di retorica anticapitalista.
  • Alle elementari venni portato alla mia prima manifestazione del PCI (che, bontà sua, stava già per tirare le cuoia). Mi dissero che il sindaco voleva far pagare il biglietto per l'ingresso di un parco in cui si è sempre entrati gratis. Stavo per mettermi a piangere all'idea di non poterci più andare (oggi quel parco è mantenuto in condizioni dignitose proprio grazie al biglietto in questione).
  • Alle medie declamai in classe una mia filastrocca (era l'esercizio per casa) anti Berlusconi tra l'approvazione di studenti e professoressa. Un brano recitava qualcosa del tipo "Berlusconi è il Mussolini della televisione che ci rintontisce a tutte l'ore".
  • Alle superiori i primi segnali di "devianza", nel senso che non partecipavo alle okkupazioni senza senso che venivano organizzate. In compenso ero in piazza per Cofferati per l'articolo 18 del cosiddetto "Statuto dei Lavoratori".
  • Durante i primi anni di università sono stato politicamente silente (se escludiamo qualche marcia per la pace, che all'epoca della guerra in Iraq erano sostanzialmente bipartisan, e i primi girotondi), ma sinistramente schierato.
  • Nel 2006 col Prodi II i primi dubbi, divenuti non più celabili dal 2008 in poi [1,2,3].
    Da qui inizia una storia di emarginazione, poiché in una regione rossa non si può dissentire dall'opinione dominante del "popolo".
  • Nel 2010 la convinzione profonda che l'assistenzialismo è male [4] e che la competizione è bene [5]. Se questo causa estinzioni di massa [6], pace. Chiamatelo "liberismo", se vi piace.
  • Attualmente faccio lo "studente post lauream" (i.e. il morto di fame) in un team di R&D di ben... ehm... ben 2 persone, il cui group leader si addormenta mentre la gente gli parla.