giovedì 9 dicembre 2010

IDEAS vs IDEALS

La differenza sembra poca, ma in realtà è tanta, sebbene l'ortografia la nasconda.

Cos'è una "idea" in politica? Tipicamente è la soluzione a un problema contingente oppure il modo per realizzare un obiettivo strategico.
Ed un "ideale"? Un ideale è un obiettivo strategico da realizzare.


Esemplifichiamo: quando la Costituzione (art. 1) dice che "la sovranità appartiene al popolo" sta enunciando un ideale, un obiettivo strategico.
Del resto è uno dei principi fondamentali della Carta.
Viceversa, quando dice "La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto. Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero" (art. 56) sta dando delle chiare disposizioni per realizzare quell'obiettivo strategico.
Vale a dire, l'obiettivo strategico si concretizza grazie ad una idea per realizzarlo.

Da sempre, la fascia di popolazione più facile da plasmare con gli "ideali" è composta dai giovani, che sentono intimamente "giuste" certe prese di posizione su questioni di principio.
Possono essere sia di destra che di sinistra, non è questo il punto. Il punto è che ai giovani vengono trasmessi degli ideali [*].

Un problema serio, però, è che gli ideali tendenzialmente una volta interiorizzati non si discutono: diventano cioè dei dogmi di fede, con cui giustificare ogni cosa.
Si pensi ad esempio alle frange di estrema destra, che si fanno scudo degli ideali di Patria, Nazione e via dicendo per riproporre in pratica la solita minestra del Ventennio.
Ma si pensi anche alla sinistra italiana: quel che sa fare è essenzialmente dire "no", fare resistenza. "Resistere, resistere, resistere", come diceva Borrelli anni addietro, richiama ai valori della Resistenza e bla bla bla. Richiama a "ideali" nobili, alti e bla bla bla in base ai quali diventa lecito, per chi è animato da essi, prendere sacchi di merda e svuotarli davanti alla casa di un Ministro della Repubblica [**].

Cosa significa questo, dunque? Significa che abbiamo zeppato i ragazzi di ideali ma non di idee.
Li abbiamo zeppati degli ideali del '68, ormai vecchi e stantii, coi professori ex-68ini che hanno preso le cagate ideologiche cui credevano in gioventù per ripropinarle ai propri studenti.
Magari oggi nessuno agita più il Libretto Rosso di Mao (andrebbe trattato come il Mein Kampf) e pretende di illustrarlo in classe per far vedere le meraviglie del socialismo reale, ma solo perché nel frattempo il socialismo reale è morto [***].
Li abbiamo zeppati di ideali, ma senza dare loro uno straccio di idea: nessuna idea su cosa fare, cosa organizzare, cosa studiare. Nulla. Solo ideali.

Questo del resto si riallaccia a ciò che dicevo in post precedenti (link): il predominio della strategia sulla tattica. E' verissimo che le guerre si vincono sul piano strategico.
Ma va anche detto che di "strateghi" ne servono molti di meno che di "tattici". La gente invece questo non sembra capirlo, perché in questo paese tutti credono di essere al centro del mondo e di avere nelle mani le redini di chissà cosa.
Niente di più falso.
La maggioranza di noi non ha in mano manco le redini della propria vita (quel che abbiamo in mano, semmai, è il telecomando per decidere se vedere le Tv di Berlusconi o la Rai che è di Berlusconi uguale).

Questo spiega le scelte del paese: sul piano politico, l'esplodere degli estremismi che puntano tutto sugli ideali strategici ma poi si risolvono nell'idea "tattica" di portare merda a sacchettate.
Sul piano economico, il credere che la produzione possa spostarsi in Asia senza portarsi via dietro una fetta importante della richezza prodotta.

Sul piano personale, il credere che una laurea in Mediazione Geostrategica dei Conflitti sia davvero un viatico a quel tipo di carriera.

Tutta strategia di alto livello, ma nessuna idea concreta.

Tutti questi errori sono figli dello stesso inganno duplice.
Aver messo da parte l'intelligenza e la fatica dello spremersi quotidianamente le meningi per cavare fuori nuove idee per far funzionare le cose.
Per fare spazio a cosa? Ad affermazioni di principio, le quali, fatte una volta a 20 anni, restano quelle per tutta la vita.
I mediocri si trincerano sempre dietro gli ideali, perché chiunque può umanamente aderire a dei principi. Ma le buone idee ce le hanno in pochi.


[*] O meglio, vengono trasmessi ideali a quei giovani che non si rispecchiano nella famosa frase di Lucio del GrandeFratello4: "Io 4 valori c'ho: materialismo, macchine, cavolate, soldi, carte di credito, champagne, puttane e tutto il resto".

[**] Questo normalmente farebbe sorridere i più: i partigiani avevano un fucile in mano e richiavano di farsi scannare dalla Wehrmacht che occupava l'Italia. Questi studenti "idealisti" sono al quindicesimo anno fuoricorso di cazzologia applicata, e si muovono a volto coperto consci di godere di una sostanziale impunità. 
Che coraggio!
Degli eroi!

[***] Un professore sindacalista delle mie parti, oggi nell'amministrazione comunale della mia città di merda, nell'89 spiegava in classe agli studenti (che gli chiedevano lumi sull'attualità, che errore!) che i manifestanti di Piazza Tiananmen volevano più comunismo. Questo tanto per dare l'idea.

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