sabato 30 luglio 2011

Se la cosa più di destra si sente dire da sinistra...

In una nazione democratica i governi, espressione della volontà popolare (eletti direttamente nei sistemi presidenziali, o emanazione del parlamento nel caso dei sistemi parlamentaristi) governano tenendo a mente gli interessi del corpo elettorale.
Sulla crisi dei debiti sovrani (Grecia prima, Irlanda e Portogallo poi, ed ora anche gli USA) si fa un gran parlare di cataclismi economici, dimenticando che per ciascuna di queste nazioni la cosa migliore è fare bancarotta.

L'Unione Europea, cioè una cricca a-democratica di governi che pretendono di essere il non plus ultra della civiltà mondiale, sia riuscita a coglionare Irlanda e Grecia imponendo a questi paesi dei cosiddetti "piani di salvataggio" che significano morte certa per le loro economie. Come la UE ci sia riuscita è un mistero, ma è probabile che l'autorevolezza che la bandiera blu con le 12 stelle gialle suggerisce abbia compiuto il miracolo: i malati d'Europa hanno accettato non una medicina per salvarsi, bensì una per suicidarsi. Ovviamente in questa operazione la UE ha sputtanato tutta la propria credibilità ed ha dovuto gettare la maschera:

  • Salve belli, credevate che fossimo il governo dell'Europa Unita, eh? Invece no, siamo una holding di cui la Bundesrepublik detiene la golden share. Vi siete fatti fottere? Be', cazzi vostri.
La UE ha compiuto il miracolo anche perché se l'è giocata con nazioni deboli, da pochi milioni di abitanti e che rappresentano solo una infima percentuale del PIL europeo.
Ovviamente la UE non ha nessuna intenzione di fermarsi qui. Riesce a spingere il governo italiano sulla stessa strada con una finanziaria che non contiene il benché minimo progetto strategico per una qualsivoglia ripresa. E non è che in un paese come l'Italia ci voglia poi tanto. Basta qualche idea per tagliare le tasse, deregolamentare le attività economiche. Invece la UE ha preteso una finanziaria "lacrime & sangue" che ha scontentato sia a sinistra (per i tagli al welfare) sia a destra (per l'assenza di idee per il rilancio), pur riuscendo ad ottenere il beneplacito di entrambe le parti politiche.

La UE gode a vedere questo, si lecca i baffi: ovviamente nel giro di due settimane tutti i benefici della finanziaria sono stati già "bruciati" grazie all'aumento dello spread rispetto ai titoli di stato tedeschi (link). In pratica i soldi che lo stato ha tagliato con l'attuale finanziaria non serviranno a "tenere sotto controllo i conti pubblici" bensì a pagare interessi più alti per contrarre nuovo debito.

I mercati hanno interpretato l'attuale finanziaria non come un segno di forza, come le euromerde ci avevano detto ("vedrete, servirà ad ottenere la fiducia dei mercati"), bensì come un segno di debolezza (cosa che in effetti è), per almeno due ottime ragioni:
  1. significa che l'Italia sta svendendo il governo della sua propria economia, delegandolo poco a poco a Francoforte. Il che significa morte certa, visto che Francoforte fa gli interessi della Germania e che gli interessi della Germania sono opposti ai nostri (link). Stiamo delegando la nostra sovranità economica alla Germania, come ha fatto la Grecia un anno fa. E vedete voi come si sta bene in Grecia di questi tempi;
  2. significa tendere una mano ai mercati finanziari. Il che significa essere deboli: il capitalismo (di cui i mercati sono una delle espressioni più genuine ed al contempo brutali) teme i forti e si approfitta dei deboli, e se tendi una mano ai mercati questi si prenderanno tutto il braccio, non lasciando neppure l'osso.
A corollario di questo, ovviamente, dopo averci indotti ad una finanziaria inutile e costosa, la prima cosa che fa la banca centrale tedesca è liberarsi del nostro debito pubblico (link), così da rendere ancora più critica la nostra situazione.

Qualcuno se ne sta accorgendo, e paradossalmente da "sinistra": Romano Prodi, quello che ci ha condotti nella trappola dell'euro, sta accorgendosi che le cose non stanno andando come aveva pianificato e che questa UE non è altro che una concessionaria Volkswagen. Ci vuole un certo coraggio per dirlo, e gliene va dato atto. Ed ancora più credito merita perché tutti gli altri, da destra a sinistra, stanno belando litanie sceme riguardo i mercati.

La nuova moda, infatti, è cercare di capire se le cose vanno bene o male guardando le borse. Tutti si stanno dando a questo sport demente, ed interpretano ogni atto politico in funzione di ciò che accade al Dow Jones o al Nikkei. Ma siamo impazziti? 
Oggi ad un TG nazionale (raiset, non ricordo quale) si diceva che Obama vuole cercare l'accordo sul debito USA prima che riaprano le borse asiatiche. Stavo per scoppiare a ridere. Il nesso causa-effetto è bandito, oramai siamo al livello della cartomanzia o degli oroscopi. Già mi vedo il prossimo titolo: "la Bundesbank vende i BTP italiani perché glielo ha detto il mago Anubi".
"Obama risolleva le borse" (link): ma andate a lavorare. Credete davvero che il governo USA (sia presidente che congresso) stia lì a leccare il culo ai mercati come noi scemi italiani? Ma per favore.

Forse questo schifo sta accadendo perché è un'estate strana: non è caldo, niente servizi sulle insolazioni, sulle creme solari, sui "tormentoni estivi", niente triplici omicidi. Resta l'economia, ma si può fare dle buon giornalismo economico d'estate? Ed allora ecco l'economia che, trattata sotto l'ombrellone, si confonde con l'ultima pagina degli oroscopi.

2 commenti:

  1. Nugiu quando torni a bazzicare su GV? Ci manchi =)

    Comunque, se come dici tu la politica dei bail-out è funzionale agli interessi tedeschi (e in effetti lo è) come mai, con questa politica di aiuti, la Merkel è ai minimi storici di popolarità ed è addirittura possibile che il suo governo cada prima del previsto? L'elettorato tedesco non sa che gli aiuti della BCE e dell'EFSF (in larga parte finanziati dalla Germania) sono funzionali agli interessi del loro paese?

    Inoltre, secondo te come mai l'Economist (britannico) non parla mai in maniera esplicita del fatto che l'Europa faccia gli interessi della Germania? La linea dell'Economist si basa sull'imporre/stimolare piani di ripresa economica dei paesi schiacciati dal debito, ma non di lasciarli defaultare.

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  2. i) Ciao! Ho avuto troppo da fare quest'estate, appena posso torno a fare casino sul foro.

    ii) L'obiezione che muovi ha molto senso, ed in molti se la sono posta. La mia personale idea è esattamente quella che dici: l'elettore tedesco ce l'ha con i paesi ad alto debito e non vuole pagare al posto loro. Spiegargli che è la Germania ad aver contribuito al nostro debito non ha effetto: hai mai provato a parlare con un tedesco? Sono di una rigidità mentale che fa spavento.

    iii) Sinceramente è da un po' che non seguo l'Economist, ma il punto centrale è che è britannico. La Gran Bretagna, essendo fuori dall'eurosistema, da un lato è tagliata fuori dalle decisioni economiche del contintente, dall'altro ha libertà di stampare moneta come vuole. Per recuperare il suo ruolo nel continente deve scommettere sul fallimento dell'esperimento euro, ed un buon modo per facilitare questo fallimento è lasciare che tutto prosegua come in questi anni.
    Se le economie "deboli" dell'eurozona si svegliassero e dicessero: "ridiscutiamo la politica economica del continente" l'euro avrebbe qualche chances di salvarsi e di funzionare.

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