mercoledì 6 luglio 2011

Alpha male

Nella politica italiana vige la legge della giungla.
La legge della giungla fa sì che se uno è percepito come "forte", come un "maschio alfa", allora avrà un codazzo di maschi beta che gli verranno dietro ed eseguiranno i suoi comandi.
Ovviamente il maschio alfa può essere sfidato, e se riesce a cacciare gli sfidanti al suo ruolo accresce la presa che ha sul branco.
E questo è stato Silvio Berlusconi fino ad ora. Un uomo potente, ha sconfitto i nemici, ha schiacciato gli oppositori, si è accoppiato con più donne di chiunque altro.
Casini fa di testa sua? Via, cacciato a pedate. Fini rivendica per sé il ruolo di "maschio alfa" postfascista? Stesso trattamento. Boffo sull'Avvenire si permette di sollevare un'obiezione? Ci pensano gli scagnozzi di Berlusconi a fotterlo, lui manco si abbassa a polemizzarci di persona.

Certo, Berlusconi ha perso più di una volta, ma è sempre riuscito a fare intendere che la sconfitta fosse dovuta ad altri e che solo il suo personale contributo abbia impedito alla sconfitta di trasformarsi in bagno di sangue. Un uomo che i "suoi" dovrebbero ringraziare anche quando perde, non a caso la canzoncina recita "meno male che Silvio c'è".

Colpisce, quindi, il passo falso di Berlusconi sulla norma salva-Mediaset (come, oaramai, si sono decisi a chiamarla anche Libero e Il Giornale).
Berlusconi, per una volta, non ha cercato lo scontro. Né con Napolitano, né col CSM, né con l'opposizione.
In base al suo passato, ci saremmo detti: "per il suo interesse è disposto a fare tutto quello che può".
Il che è vero, per fare il proprio interesse farebbe tutto quello che è in suo potere.
Ma fare quel che stava cercando di fare evidentemente non era più in suo potere. Ha fatto passare le leggi più incostituzionali in passato (Lodo Schifani, Lodo Alfano), ma stavolta è caduto su un codicillo nascosto bene in una legge che parlava di tutt'altro.

Perché? Perché Berlusconi oggi è debole, lui lo sa da un pezzo ed ora se ne sta accorgendo anche il codazzo di maschi beta che ha attorno.
Già il fatto di nascondere la norma anziché difenderla apertamente dimostra che lui sa di essere debole.
Quando Mussolini sentì di avere l'Italia in tasca entrò alla Camera per dire che lui rivendicava la responsabilità "morale e politica" di un omicdio. Oggi nessuno vuole assumersi la responsabilità di questa norma (anche se, inevitabilmente, ricade su Alfano, appena nominato segretario del PdL).
Questo evento ha mostrato a tutti la sua debolezza: nessuno lo ha difeso. Tremonti non ha presentato la manovra (!) per colpa del maltempo (!). Frattini, uno dei lacché più vacui del mondo, ha ammesso che la norma non è stata discussa in consiglio dei ministri (ma come? non è un organo collegiale?). Gasparri (uno che, come direbbe Guzzanti, è un cervello in fuga che ha dimenticato il corpo in Italia) ha detto è meglio lasciar perdere.
Berlusconi non è stato impallinato né da Napolitano né dalla Corte Costituzionale. Battaglie contro i poteri dello stato non lo mettono in ginocchio, lo fortificano, gli permettono di coalizzare i suoi parlamentari contro il "grande nemico".
Stavolta il nemico sono gli stessi "maschi beta" che finora gli sono andati dietro e che hanno capito che il "maschio alfa" che li ha condotti finora non è più un "maschio alfa".

Fa bene Sorgi sulla Stampa a lasciare intendere che questo possa essere l'inizio della fine.
Quando i topi iniziano a scappare non è mai un buon segno per la nave.

Nessun commento:

Posta un commento