lunedì 11 ottobre 2010

Anche il tempismo conta...

... e il solito Silvio Berlusconi decisamente non ce l'ha.

Appena il tempo di accogliere il premier cinese Wen Jiabao e tessere le lodi dell'autoritarismo cinese, che in manco 24 ore il comitato per il Nobel in Norvegia assegna il premio per la pace ad un dissidente che sta pagando col carcere la sua opposizione alla dittatura.

Ora, la questione è semplice: il prodotto interno lordo della Cina questa estate ha superato quello del Giappone, e il paese sembra avviato a scalzare gli USA dal ruolo di potenza dominante.

Ciò detto, l'Italia in quanto (imperfetta) democrazia liberale non può permettersi di tessere le lodi di un establishment politico che non rispetta né il diritto né la democrazia.
Se lo si fa, si dà una sponda ideologica alle più spregevoli dittature.

Capisco che non sia da tutti avere le palle di criticare apertamente la Cina, va bene.
E nessuno chiede ad un codardo nato come il nostro Presidente del Consiglio un atto del genere, non sarebbe in linea con la sua biografia umana e politica. Lasciamo pure alla commissione per il Nobel l'onere di questi gesti coraggiosi.
Ma almeno il silenzio, dio benedetto, almeno quello sarebbe dovuto.

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