sabato 28 maggio 2011

Il non-morto

Stanno dando del morto a Silvio Berlusconi perché è sul punto di perdere Milano.
Sai la novità, lo hanno dato per morto nel 1996 ed ancora dieci anni dopo, nel 2006.
Invece Silvio è ancora qui ed al governo, con tutto il suo impero mediatico intatto ed anzi estesosi ora anche al digitale terrestre in posizione dominante.

Sarà questa la volta buona? E' difficile a dirsi, ed in realtà l'esito del voto milanese non sarà determinante.
E' vero, è stato Silvio a "metterci la faccia" a Milano: si è candidato ed ha preso metà dei voti della volta precedente. Un disastro.

Ma questo non significa necessariamente che il blocco sociale che ha sostenuto Berlusconi sia in disfacimento.
Significa banalmente che questo blocco sociale non è mobilitabile a comando, in barba alla retorica dei sinistrorsi che dipingono i berluscones come una mandria di pirla indirizzati dal Capo.

Di certo non sono questo, al punto che stavolta non hanno risposto all'appello.
Risponderanno per il ballottaggio? E chi lo sa.
Quel che è certo è che nessuno nel centrodestra ha davvero il coraggio di abbandonare Berlusconi adesso: perché mancano le alternative.
E perché il blocco sociale di centro-destra è ancora vasto e compatto: solo, non è compatto sui problemi di Silvio Berlusconi, che sono quelli su cui lui imbastisce ogni volta la sua campagna elettorale (i giudici comunisti, essenzialmente).

Si parla dal 1996 del dopo-Berlusconi, ma questo dopo-Berlusconi (chiamiamola Terza Repubblica, va') non arriva mai. Perché dovrebbe arrivare adesso?
Credete davvero che chi, da destra, si è turato il naso ed ha votato l'avvocato dei famigliari di Carlo Giuliani sarebbe disposto davvero a sostenere una coalizione nazionale con Vendola?
Le ragioni di Berlusconi sono sempre più insostenibili, ma le ragioni di chi l'ha votato per questi 17 anni sono ancora tutte lì.

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