lunedì 12 dicembre 2011

Dialettica

Da sinistra mi è stato fatto di recente notare che "la realtà è dialettica" (in senso hegeliano). In un certo senso è vero: la realtà è dialettica per i sinistri, perché io credere ciò permette alle loro testoline di avere maggiore libertà di azione negando via via le varie parti della realtà che non vanno loro a genio.
Se ne hanno esempi a vari livelli, dal quotidiano alla geopolitica.

L'uso che si fa da sinistra della dialettica serve generalmente a due scopi: masturbare il proprio ego e schermarsi dai propri fallimenti.


Schermarsi dai propri fallimenti

Il secondo punto è il meno interessante, ma è il più semplice e lo affronto per primo:
  1. ho fallito nella vita;
  2. ma la realtà ("il sistema") fa schifo ed è ingiusto;
  3. eureka! quindi io sono tra i falliti, ok, ma solo per colpa delle ingiustizie intriseche della società.
E' ovviamente un uso disadattivo della dialettica, perché le condizioni ambientali erano note dall'inizio. Chi vuole andare controcorrente negando quelle condizioni ambientali e poi sorprendendosi che le cose gli siano andate male è un disadattato, un poveretto che sta male e deve nascondere a se stesso le proprie frustrazioni.
Peggio ancora, è anche un ipocrita, perché se oggi vuoi essere davvero controcorrente o ti fai missionario in uganda dove aver donato tutti i tuoi beni in beneficienza. Questi qua invece cercano comunque di cavarsela giocando allo stesso gioco di tutti gli altri (ma perdendo).
Disadattati, ipocriti, e perdenti: il peggio del peggio.

La discussione originaria ruotava attorno ad un volantino degli SS (=Studenti di Sinistra) che stigmatizzava la finanziaria-Monti perché penalizzava i consumi. Al che io feci notare che da 17 anni la sinistra si scaglia contro il consumismo, associandolo a Berlusconi ed a Mediaset (che per un sinistro sono il evil incarnate, ricordiamolo): "ebbene, ora si tira la cinghia, non è quel che volevate?".
"No" - fanno loro - "perché la realtà è dialettica". "Ah!"

Stronzate ragazzi: voi siete per la società dei consumi, ma contro i consumi degli altri. Volete che tutti siano degli sfigati/snob/radical-chic come voi. Non vi piacete e invidiate i comportamenti degli altri: per risolvere la situazione, tutti devono diventare come voi.
La realtà non è dialettica, siete voi che siete ipocriti e pieni di invidia: avete dato contro alla società dei consumi per 17 anni, ed ora che sta per andare a puttane per direttissima la rimpiangete.
Il che ci porta al punto centrale...



Masturbare il proprio ego

Acclarato che il sinistro è un rancoroso pieno di invidia, egli ambisce a masturbare il suo ego.
Il sinistro non sta tanto bene con se stesso, allora deve autoesaltarsi per qualche cosa e svilire l'operato altrui.
Il sinistro è al centro del mondo, nulla lo scuote da questa convinzione, e per estensione, ogni cosa dipende dalle azioni sue o di chi gli sta attorno.

Si arriva così a delle situazioni paradossali, come si è visto di recente a Milano: a Milano il sindaco comunista ha deciso che l'inquinamento si risolve mandando a casa le macchine. Per lui, infatti, l'inquinamento è causato da scelte individuali sbagliate, e coi blocchi del traffico mira a rieducare i concittadini per far abbassare l'inquinamento.
Peccato però che l'inquinamento non cooperi affatto (link). Cosa ci dice questo? Che sull'inquinamento agiscono altri fattori che sono o non antropici, o antropici ma non riducibili. In entrambi i casi si tratta di fattori su cui Pisapia non ha alcun controllo.
Ma a Pisapia, ed ai sinistri come lui, piace convincersi di avere controllo, piace convincersi che "tutto ruota intorno a te", come nella pubblicità dei telefonini. In un certo senso, sono le prime vittime della società dei consumi, visto che sono gli unici a credere di essere, come in una pubblicità i "masters of the universe".
Il negare la realtà (o meglio, l'imbrigliarla nel ruolo di antitesi dialettica anziché di pilastro di ogni possibile ragionamento) permette loro di credere che l'universo dipenda dalle loro puerili scelte.
Potremmo dire la medesima cosa del riscaldamento globale, al riguardo del quale non sussiste alcuna ragionevole prova che le attività umane stiano cambiando la temperatura del mondo (e già cosa significhi questo non si sa, ma vabbe') in modo inusuale per i normale cicli della Terra.

Questo credersi i signori del mondo li appaga: del resto, quando uno è insoddisfatto di sé, cerca occasioni di riscatto. Loro cercano occasioni di riscatto su larga scala (città, pianeta) perché amano combattere per battaglie ideali, così ideali che sono sconnesse dalla realtà.
Ovviamente questo, inutile negarlo, è disadattivo.
Un paziente di mia madre, rinchiuso in ospedale psichiatrico criminale, uccise l'intera famiglia sventrando moglie e figli. Dopo un atto simile, uno cosa fa, si suicida? Be', lui no, non si è suicidato: ha passato il suo tempo in manicomio per elaborare una sua teoria "ecologica" in base alla quale tutta la crosta terrestre deve essere completamente "dissodata" per rinnovarla e eliminare le "tossine" dal mondo ("teoria del manto terra", la chiamava). Vedete come funziona il suo cervellino?
L'ha fatta grossa e sa di averla fatta grossa, e per continuare ad andare avanti come se nulla fosse si reinventa salvatore dell'umanità: il massimo del disadattamento.

Ovviamente i sinistri non sono così disadattati, principalmente perché non si tratta di persone che possono scendere così in basso da trucidare moglie e figli. Ma la logica che sottende i loro (s)ragionamenti è identica a quella del malato mentale rinchiuso in cella.

Anzi, per la verità è un pelino più raffinata: perché essendo al contempo mossi dall'invidia, i sinistri aggiungono un ingrediente alla loro visione delle cose. Loro ci aggiungono "il colpevole".
La possibilità di individuare comportamenti e persone da colpevolizzare (antitesi) li assolve da ogni possibile responsabilità (fungendo da catalizzatore di "sintesi" hegeliana). Così all'improvviso chi a Milano prende la macchina diventa un "colpevole", un untore, uno cui dovrebbero togliere la custodia dei figli. Essendo il popolo di sinistra costituito per lo più da studenti, pensionati e statali, cioè comunque persone con un concetto molto flessibile ed elastico della parola "orario", è chiaro che per loro un blocco del traffico è qualcosa di pienamente gestibile.
I sinistri vogliono quindi che l'autorità pubblica cambi (per le loro puerili ragioni) le regole del gioco rendendo competitivamente più svantaggiate le persone diverse da loro.


La tattica del sinistro è quindi raffinata e mira ad ottenere cose tra loro interconnesse (esaltare se stessi, criminalizzare gli altri, schermarsi dai fallimenti), ma la sua strategia resta perdente.
Perdente perché nel lungo periodo il sinistro resta un infelice. Più è infelice e più si dissocia da mondo, e più lo fa più dovrà raccontarsela grossa la prossima volta per negare la spiacevole realtà.
Il sinistro ha perso prima di cominciare la battaglia più importante, quella con se stessi.

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