lunedì 5 dicembre 2011

Il dilemma dell'isola deserta

Il dilemma dell'isola deserta funziona così: la vostra nave ha fatto naufragio, siete da soli su un'siola sperduta, avete dell'acqua ma non avete niente da mangiare.
State morendo di fame, e trovate infine una noce di cocco.
Ora, se vi prendeste cura della noce di cocco potreste sperare che divenga una palma e possa sfamarvi in futuro. Ma voi state morendo di fame ora, ed è improbabile che riusciate a sopravvivere quel tanto che basta per godere dei frutti della futura palma.

Quindi cosa fate? Pensate al presente e decidete di magiare la noce di cocco subito, sperando che vi dia energie quel tanto che basta perché qualcuno, da fuori, venga a salvarvi?
Oppure correte il rischio di morire di fame per rendere però più sostenibile nel lungo periodo la vostra permanenza sull'isola, nell'ipotesi che tanto nessuno verrà a cercarvi?

Bene, le polemiche attorno alla manovra finanziaria del neonato governo Monti ruotano attorno a questo dilemma ed alle scelte che comporta.

C'è chi accusa Monti di non avere visione strategica, ovverosia di lungo periodo, e di stare solo pensando a non fare affondare la barca senza badare a dove sta andando.
Questo genere di critica ha un nocciolo di verità: le misure di Monti sono cicliche, quindi, in questo caso, depressive per l'economia. Non stimoleranno la crescita economica, anzi, la penalizzeranno.
Su questo blog mi capitò mesi fa di dire che il debito pubblico non si taglia tanto (o non solo) con i tagli alla spesa, quanto con gli stimoli alla crescita.
Per cui capisco benissimo questo genere di critiche.
Ma c'è un "ma".
Quando scrivevo quelle cose, non eravamo ancora al dilemma dell'isola deserta, ovverosia non eravamo ancora sull'orlo della morte per fame.
Addebitare a Monti la scarsa propensione allo sviluppo è ingeneroso: Monti, proprio come il naufrago del dilemma, non ha alcun margine di manovra in queste condizioni. Può solo mangiare la noce di cocco, anche se questo nel lungo periodo non farà che peggiorare la sua situazione.
Ma se non lo fa, non ci sarà nessun lungo periodo.
Quando scrivevo che bisognava stimolare la crescita, il governo allora in carica (il Berlusconi IV, con Silvio all'apice della sua popolarità) aveva ampio margine di manovra per agire: se sei pieno di provviste, puoi permetterti di rinunciare ad una noce di cocco oggi per far crescere una palma domani. Berlusconi poteva, quando ha trovato un debito pubblico al 105% del PIL, puntare su riforme anticicliche che favorissero lo sviluppo. Non lo ha fatto, ha preferito sperperare soldi pubblici in ammortizzatori sociali, i quali hanno spinto il nostro debito ai livelli insostenibili di oggi e che ora semplicemente sono insostenibili.
Ha sprecato tempo quando la situazione offriva margini di pianificazione a più lunga scadenza, ed ora Monti si trova a gestire una situazione da "morte imminente" bersagliato di critiche di gente che lo accusa di non avere una visione strategica delle cose.

Chi muove queste accuse, dovrebbe capire che la strategia si fa da vivi, quando sei morto potevi essere pure un novello Napoleone, ma resti morto.

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