domenica 16 gennaio 2011

Piccoli problemi di cuore

Per me non ha senso parlare di questo nuovo contratto senza capire che due sono i punti strategici:
  • LA PRODUTTIVITA'
  • LE RELAZIONI INDUSTRIALI FIAT-SINDACATI E FIAT-CONFINDUSTRIA


Su primo punto, la produttività: Marchionne ha stabilito che per restare competitiva sul mercato, Fiat deve produrre certi volumi di auto l'anno.
Con produzioni elevate si innescano certi meccanismi di scala che abbattono i costi e permettono quindi di vendere nei mercati emergenti.
Non sta a noi discutere se questo sia vero o meno, fatto sta che Marchionne si è convinto di questo, ed andando a trattare coi sindacati ha posto loro il seguente dilemma: "Io se volete resto in Italia a produrre, ma voi assicuratemi che i lavoratori queste auto le produrranno davvero". E' un discorso normalissimo che in qualunque paese del mondo sarebbe scontato: un manager investe in una fabbrica e si attende che l'investimento renda. Se il manager scopre che i lavoratori si assentano un venerdì sì e l'altro no o che quando gioca la nazionale la catena di montaggio si interrompe, allora c'è un problema. E in FIAT infatti c'era questo problema.
Marchionne ha fatto un accordo più o meno discutibile coi sindacati che sono stati disposti a seguirlo sul terreno della produttività. Si può criticare qualche punto nello specifico, ma si tratta di condizioni che verrebbero accettate in ogni parte del mondo, dal Canada alla Serbia.

Un sindacato non ha accettato di discutere la cosa in termini di produttività. La FIOM ha deciso che invece la questione di base sono i diritti.
Ovviamente per rinforzare la cosa, si è messa a sbraitare di diritti "costituzionali", quando in realtà la costituzione non parla affatto di pause, turnazioni o altro: la Carta rimanda tutto al codice del lavoro.
FIOM, agendo come un partito e non come un sindacato che tuteli i propri iscritti, ha deciso che guadagnare di più lavorando di più è sbagliato (certo, più sei povero più sei sindacalizzato) e che combattere i fannulloni in fabbrica è un attentato alla costituzione (certo, i primi a prendere permesso sono i sindacalisti che per riunioni di mezz'ora saltano giornate intere a stipendio pieno).


Con queste premesse, FIAT si è trovata a fare da avanguardia per il rinnovo delle relazioni industriali coi sindacati ma anche con confindustria.
I sindacati li ha sconfitti sul territorio della legge: i sindacati infatti non hanno mai accetato di farsi registrare come prevederebbe la Costituzione (della serie: la costituzione ci piace solo quando fa comodo a noi!). Registrandosi infatti dovrebbero contarsi ed adottare uno statuto democratico.
Se si registrassero, ad esempio, si scoprirebbe che CGIL non ha i numeri che millanta di avere, e dandosi uno statuto democratico FIOM perderebbe il diritto di veto all'interno di CGIL.
Allora Marchionne che ha fatto? Non potendo trattare con dei sindacati che gli diano dei numeri certi (perché non si sa quanti sono davvero i loro iscritti) ha indetto un referendum tra i lavoratori: più democratico di così si muore.
Non solo. Ha messo alla porta i sindacati che non firmano l'accordo. CGIL che non ha firmato ha gridato al colpo di stato, dimenticando che è lo Statuto dei Lavoratori stesso a prevedere una cosa simile.
Al referendum FIOM-CGIL e COBAS hanno perso dimostrando di non rappresentare la maggioranza dei lavoratori.
Le relazioni industriali sono state stravolte e CGIL ha perso.
Ha cominciato FIAT perché, essendo la realtà industriale più grande, è quella in cui i problemi della produttività sono più accentuati. Ma state pur certi che adesso le PMI inizieranno ad adottare questo tipo di contratto senza problemi.
Questo, tra l'altro, avrà anche un altro benefico effetto: l'ingresso dei sindacati nelle piccole aziende a patto che firmino una piattaforma di accordo. Che è un modo di dire che d'ora in poi i sindacati potranno entrare in azienda per fare il sindacato e non per fare politica, e che il loro operato sarà difendere i lavoratori e non combattere aprioristicamente "il padrone".

Sicché Marchionne ha dato una spallata a FIOM e CGIL, ma ha messo in crisi anche Confindustria (è una cosa di cui non parla nessuno però).
La newco infatti sta fuori da Confindustria (!): solo uscendo da Confindustria Marchionne ha potuto porre il problema della produttività. Che è un modo di dire che Confindustria a sua volta, come CGIL, non tutela gli iscritti bensì mira solo a fare politica.
Ora la Marcegaglia deve trattare coi sindacati il rinnovo dei contratti, e lo farà da una posizione indebolita. Marcegaglia deve infatti parlare anche lei di produttività, sennò le PMI col cazzo che restano in Confindustria, passerebbero tutte al contratto FIAT.

Marchionne ha terremotato CGIL ed ha rivogato una tremenda patata bollente a Confindustria. Solo lui lo poteva fare.
Solo FIAT ha il "peso economico" per fottersene degli equilibri politici con sindacati e partiti. Solo FIAT ha il "peso economico" per fottersene degli equilibri politici all'interno di Confindustria.
E in questo, solo uno che viene da fuori, un italo-canadese che se ne fotte delle tradizioni italiane di assistenzialismo e accordi sottbanco poteva spingere FIAT a fare da apripista per una delle prime vere iniezioni di libero mercato in un paese che sta affondando e da cui gli investitori scappano.

*  *  *

Alla luce di tutto questo, la solita propaganda vetero-comunista (che va da FIOM a Micromega, per capirsi, passando da Littizzetto ad Hack) ha cambiato terreno di scontro.
Ha parlato di "diritti" e "costituzione", quando quel che ha fatto Marchionne non lede alcun diritto costituzionale.
Ha parlato di "ricatto". Come se da sempre le relazioni azienda-sindacati non seguissero la logica del ricatto. La differenza è che stavolta non sono stati i sindacati ad usare il ricatto dello sciopero generale bensì FIAT a porre una semplice questione: "o mi assicurate la produzione o ce ne andiamo in paesi dove ci sono sindacati che ce la assicurino".
In qualunque paese normale si sarebbe trovato un accordo senza passare dal referendum. Qua è stato necessario lo psicodramma perché qualcuno ha montato la cosa per fini politici quando la questione era meramente economica.
Si è detto che FIAT vuole delocalizzare e imporci le condizioni lavorative del Burundi. Peccato che semmai avrebbe esposrtato la produzione in Canada, paese notoriamente schiavista e sottosviluppato.
La realtà è che il paese schiavista e sottosviluppato è il nostro, perché è ancora oppresso da regole che hanno negato il lavoro ad una generazione garantendo al tempo stesso il pasto gratis a quelle precedenti.
La propaganda ha parlato di "ragioni del cuore e ragioni della mente": cazzate signori, tutte cazzate e pure ipocrite. Qua si parla di lavorare e produrre.
Se vi piace, se siete degli idealisti, se seguite il cuore e il cuore vi dice che stare in catena di montaggio è bello, allora perché non lo fate gratis? Aha. E allora fatela finita di raccontarci degli ideali.
Non c'è alcun ideale, c'è solo contrattazione tra esigenze diverse. Combattere per avere la pausa cesso di 15 minuti anziché di 10 non è un ideale, non si tratta di "ragioni del cuore", a meno che il cuore non ce l'abbiate particolarmente basso e cachi merda. Nel qual caso fatevi vedere da un cardiologo di quelli bravi.


1 commento:

  1. Io mi chiedo che Interesse abbia Marchionne a riaprire la trattativa con FIOM.
    A differenza di quel che titolano i quitidiani di sinistra, infatti, il SI ha la maggioranza assoluta anche degli operai (per pochissimo, ma ce l'ha).
    Chi dice che senza impiegati vinceva il NO racconta balle (2.315 sì e 2.306 no).

    Con questi numeri, Marchionne farebbe bene a tenere Landini fuori, per sempre.
    Del resto uno che parla di "reddito di cittadinanza" è chiaramente un sabotatore dell'industria, uno che se lo ospiti a casa ti ruba anche i posacenere. Meglio non averlo come interlocutore.

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