domenica 3 aprile 2011

Se non ora quando? Adesso? Ma anche mai!

Le donne che si sentono "offese come donne".
Le donne che scendono in piazza perché si sentono "offese come donne".
Le donne che sono "indignate" per l'uso che viene fatto del corpo femminile.

Bene, ci sono diverse cose che vorrei dire a queste donne ed ai loro supporter uomini.

1) Per ogni puttaniere ci sono una o più puttane.

Che significa questo? Mera matematica. Non si può impedire ad una donna di vendersi. Di fare liberamente l'uso che crede del proprio corpo. Volerlo fare, paradossalmente, ci riporterebbe all'oscurantismo liberticida dal quale si sono affrancate con tanto sforzo.
Anche il concetto di "vendersi" è moralmente ambiguo. Tutti noi accettiamo dei compromessi per vivere. Vendere il proprio corpo è un compromesso. Accettare un lavoro dequalificato pur di portare a casa uno stipendio pure. Sono tutti compromessi, e chi non ne ha mai fatti è semplicemente molto fortunato.
Siamo noi e solo noi a decidere se questi compromessi attentano alla nostra dignità oppure no.
Il che ci porta dritti al secondo punto.


2) Ognuno è supremo giudice di se stesso e basta.

Ciascuno di noi ha una sua propria etica. Nessuno ha diritto ad imporcene una, e solo alla nostra possiamo rispondere.
La gente che si indigna per lìimmoralità altrui cosa sta facendo? Sta applicando la propria morale fuori dal suo campo di applicabilità. La usa come una clava per colpire gli altri. 
Ma non solo questo, c'è dell'altro. Indignarsi per l'immoralità altrui significa dire che le azioni immorali di un altro ledono la nostra dignità. Sarebbe pazzia pura, se non nascondesse la più antica delle emozioni, l'invidia.
Come potrebbe altrimenti indignarmi Berlusconi che va a puttane se anche io, in fondo, non desiderassi andare a puttane o essere una puttana che va con lui?
Come potrebbe altrimenti offendermi la vita privata di Berlusconi, se lui non facesse qualcosa che segretamente vorrei o potrei fare anche io?
Chi in cuor proprio sa di non poter essere puttana o puttaniere vede Berlusconi per quello che è: un vecchio settantenne bavoso che paga un esercito di mignotte (maggiorenni e non) per le sue serate brave. Disgustoso. Inadatto al suo ruolo pubblico. Certo, nessuno lo mette in dubbio.
Ma nulla che offenda me come persona, nulla che possa offendere me come persona. Solo una cosa che faccio io o potrei voler fare io può offendermi come persona, come uomo o come donna.


3) La società dei puttanieri ci libererà, perché le perbeniste sono in via di estinzione.
 
Avere sdoganato il sesso mercenario significa che de facto sono saltati tutti i limiti morali che lasocietà impone alle persone.
Che Ruby sia pagata per fare le serate in discoteca significa che "prostituirsi bene" non è più inaccettabile bensì accettato e perfino ricercato.
Ed io dico: "bene, cazzo!"
Perché ora solo la nostra propria morale ci fermerà dal fare o non fare certe cose. Non ci sarà più la pubblica condanna delle comari, dei vicini, del paesuncolo.
Fino ad oggi quando una persona si comportava in modo "virtuoso", non sapevate mai se lo faceva per apparire tale agli occhi del mondo o se era davvero tale per convinzione personale. Bene, da ora in poi lo sapremo. 
Potremo capire di più degli altri e di noi stessi. Potremo realizzare quel che davvero siamo. Alcuni di noi sono puttanieri nell'animo. Altre sono puttane. E' loro diritto esserlo: a nessuno deve essere vietato degradarsi e farsi del male da solo, perché ognuno deve essere padrone di sé e libero nelle proprie scelte.
Non può esistere una autentica morale individuale se più di ogni cosa noi temiamo il giudizio degli altri: l'unico giudizio che dovremmo temere è semmai il nostro.
Avere sdoganato la prostituzione di palazzo ci ha dato una nuova libertà di testare noi stessi e le nostre convinzioni.


4) Solo le persone con convinzioni "deboli" possono temere questa nuova libertà.

Da sempre ci sono persone che vogliono impedirti di fare delle scelte.
Ma chi sono queste persone? Sono in stragrande maggioranza persone che loro per prime non vogliono avere quella libertà di scelta.
Perché non la vorrebbero avere? Perché sanno che se la avessero la maschera di ipocrisia di cui rivestono le loro parole ed azioni crollerebbe. 
Perché sanno che il piedistallo morale dall'alto del quale condannano gli altri è precario.
Perché sanno che le loro convinzioni morali sono fasulle, dettate più dalle convenzioni sociali che da convincimento personale.
Perché sanno che se le convenzioni sociali cambiano al punto da sdoganare ciò che prima "faceva indignare" allora le loro stesse convinzioni vanno giù per lo scarico del cesso, e loro si mostrano per quello che sono veramente: persone che avrebbero voluto fare tutte le cose abbiette che pubblicamente condannavano.
Persone spregevoli come quelle che loro stesse mettevano all'indice, ma in più anche talmente sfigate da non aver appagato i propri desideri e le proprie inclinazioni per seguire la condanna morale della società. Il peggio del peggio.
Ecco chi ha da temere dalla libertà: i peggiori. 
Tutti gli altri hanno solo da guadagnarcene.

13 commenti:

  1. Ma quindi i terroristi sono morali, visto che hanno la loro propria moralità? Spiegami.

    Giovanni Climacus

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  2. La domanda è malposta.
    Chi se ne frega se i terroristi sono morali o immorali. I terroristi sono criminali, e vanno puniti per questo.

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  3. E perchè? Ognuno è supremo giudice di se stesso e basta.

    Giovanni Climacus

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  4. Non fare il bambino: è evidente che quando dico che ciascuno è giudice di se stesso mi riferisco a tutto ciò che non è regolamentato dalla legge.

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  5. Allora possono esistere giudici esterni a me. In pratica fai coincidere etica e legge? Solo per capire il tuo pensiero.

    Giovanni Climacus

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  6. Allora identifichi l'etica con il rispetto per la legge? Lo chiedo per capire il tuo punto di vista.

    Giovanni Climacus

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  7. Scusa il doppio commento, fa pulizia ove serve.

    Sempre il tuo caro amico,
    Giovanni Climacus

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  8. No, non identifico l'etica con il rispetto della legge.

    Dico che l'etica è un fatto privato, che c'è un'etica diversa per ciascuno dei 60 milioni di italiana.

    Quel che lo stato chiede è il rispetto della legge, e basta.

    Quel che le donne che urlano in piazza chiedono è di imporre la loro etica, che usano come clava per colpire il prossimo.

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  9. E perchè dovrei rispettare la legge, se ciò non coincide con la mia etica personale? Cos'è la legge, insomma, se non l'etica dello Stato? E se non coincide con la mia, perchè è superiore l'etica statale alla mia etica personale?

    Giovanni Climacus

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  10. Perchè dovresti rispettare la legge, se ciò non coincide con la tua etica personale?
    Semplice: perché se non lo fai lo stato ti punisce.
    Questo è quel che succede nei paesi in cui lo stato è ancora in grado di fare il suo mestiere.

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  11. Praticamente lo stato è un tiranno? Non dovrei forse abbatterlo, a sto punto, visto che mi impedisce di applicare la mia etica personale?

    Giovanni Climacus

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  12. Lo hai scoperto solo ora?
    Saranno passati 350 anni dal leviatano.

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  13. Bene. Allora mi riservo il diritto di abbatterlo quando voglio e come voglio. Applicando la mia etica personale dunque scendo in piazza a manifestare contro chi lede la mia personale affermazione, manifesto una ribellione contro un tiranno e nient'altro, ovvero l'etica altrui trasformata in legge. Insomma, le puttane di Berlusconi sono immorali, per me. Berlusconi quindi non ne potrà avere, per quanto la legge magari lo permetta, altrimenti sarebbe una tirannia. Procedo verso questa deriva anarchica o hai qualcosa da obiettare?

    Giovanni Climacus

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